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principessa di diamanti

Mano nella mano con il suo adorato nonno, Alessio sta camminando sul sentiero che conduce alle rovine di castel Corno. E' curioso di andarci, dalla sera che ha visto una luce gialla in quel tratto buio della montagna, illuminare qualcosa.

Quando scopre che è un castello, chiede al suo nonno di accompagnarlo. La sera, la luce aiuta a intravedere il castello, ma durante il giorno, sembra sparito. Si nasconde tra gli alberi e la roccia chiara della montagna.

Quando arrivano, seduti su un grande sasso, con le braccia appoggiate alla recinzione e le gambe penzoloni, si godono il panorama, che è incantevole.

“Sai nonno, la mamma mi ha raccontato che qui viveva Berta, promessa sposa di un cavaliere. Durante il loro matrimonio, si sono spente tutte le luci, si sono sentite delle urla lungo i corridoi, e quando le luci si sono riaccese, Berta era sparita. Da quel giorno il suo fantasma si aggira per il castello, e non se né più andato”.

Il nonno si mette a ridere e aggiunge: “la tua mamma crede solo alle storie che finiscono nel peggiore dei modi. Anche a me è stata raccontata, quando ero bambino come te, ma io non ho mai creduto ai fantasmi. Poi ho scoperto che se una leggenda è a lieto fine, aiuta il castello che la riguarda a rimanere in piedi. Fosse anche solo l'ultimo brandello di pietra, resiste, perchè non vuole che la sua leggenda scompaia. E come vedi, castel Corno è ancora qui”.

“Vuoi dire che conosci un' altra leggenda di questo posto?”, chiede il nipotino.

Si narra che al tempo in cui questo castello era nel suo massimo splendore, vivevano qui un re e una regina molto, molto ricchi, con un' unica figlia di nome Stefania. La nonna paterna di nome Flaminia è la più anziana a corte, e ha il potere di prendere ogni decisione sulla gestione del castello e sull'educazione della nipote.

I genitori della principessa sono i proprietari di tutti i vigneti della zona e son spesso in viaggio per andare a vendere il proprio vino in terre lontane. A quell' epoca viaggiavano su carrozze trainate da cavalli, perciò i loro viaggi duravano settimane.

dragoAlla giovane principessina è proibito avvicinarsi alle finestre e ai balconi del castello, ma soprattutto al portone d'ingresso principale. La nonna le racconta che esiste un drago su quelle montagne, che cattura le giovani principesse che non hanno ancora compiuto i venticinque anni di età. Può andare solo nel giardino reale perchè è protetto da una bolla magica che lo rende invisibile agli occhi del drago. Ma questa storiella può andare bene per una bambina in fasce, che crescendo non crede più ad una simile bugia.

Stefania è una bambina molto dolce. Riesce a conquistare tutte le persone che la circondano con la sua naturale semplicità. Nonostante nonna Flaminia insista nell'insegnarle che il suo ruolo di principessa, le impone di non dare troppa confidenza ai domestici, per Stefania tutti coloro che vivono nel castello, fanno parte della sua famiglia e delle sue giornate.

La cuoca Lina prepara dei piatti sempre gustosi e dei dolci squisiti. La tata Arianna le racconta delle storielle bellissime, sdraiata con lei nel suo letto, per non farle sentire troppo la mancanza della sua mamma, quando è in viaggio. Il maggiordomo Pietro, sempre serio con la severa nonna, le strizza l'occhiolino di nascosto e rincorre le farfalle più belle in giardino, per fargliele vedere da vicino.

Stefania ha gli occhi grigio perla, i suoi capelli rossi sono sempre corti corti specie sulla nuca, dove ha una grande voglia dalla nascita che, se coperta da troppi capelli le fa prurito. In compenso ha un folto ciuffo lungo e ondulato.

I suoi genitori non le fanno mancare nulla. Quando tornano dai loro viaggi di lavoro, le portano sempre dei regali e tra questi dei bellissimi abiti principeschi adornati con dei pregiatissimi diamanti. Per questo motivo l'hanno soprannominata “ principessa di diamanti”.

Li indossa alle feste a palazzo con le altre famiglie reali della valle, alle quali lei si annoia perchè sono troppo serie, e i maschietti suoi coetanei, la prendono in giro per la macchia scura che ha sulla nuca. Non vede l'ora di correre in cucina a giocare con Jacopo, il figlio della cuoca. A lui però non è permesso partecipare alle feste...che fortunato!!!!

Al decimo compleanno di Stefania organizzano una bellissima festa, e come regalo lei chiede di poter festeggiare solo con le persone che vivono a castello. Sarà un compleanno indimenticabile, pur senza l'approvazione della nonna e nella semplicità.

Ma avviene qualcosa qualche giorno dopo il suo compleanno, che le fa capire perchè non le hanno mai permesso di uscire dal castello.

Un mattino sente il cinguettio di un uccellino provenire dalla finestra del balcone, le pesanti tende bordò sono chiuse, come sempre. E' una melodia diversa dalle solite, e si affaccia per vedere. Socchiude le finestre e l'uccellino scappa spaventato. In punta di piedi sbircia oltre il balcone. E' al secondo piano, lei non ha mai visto il panorama oltre le mura di recinzione del castello.

E' troppo curiosa, vorrebbe vedere cosa c'è oltre il giardino reale con i suoi fiori e le sue piante, ma sa che le è proibito. E' il momento ideale, i domestici sono impegnati nelle faccende, la nonna è assorta nella lettura, e la lezione di pianoforte inizia tra venti minuti.

Esce sul balcone e chiude la finestra alle sue spalle. Il panorama è bellissimo, il castello è circondato da una vegetazione rigogliosa. Sente delle voci che provengono da fuori le mura, e guarda in quella direzione, ma la visuale che le si presenta è completamente diversa.

C'è il villaggio dei contadini che lavorano per la sua famiglia, di cui aveva solo sentito parlare. Piccole case di pietra, attaccate una all' altra, disposte in fila in un campo, ai lati di una stradina fangosa. Prive di recinzione, con le porte in legno scrostate o addirittura mancanti, sostituite da pezzi di stoffa a brandelli, e con i tetti pericolanti.

Sul sentiero che conduce al portone del castello, degli uomini e dei bambini, cercano di caricare su un carro delle pesanti botti. Stanno facendo molta fatica ma c'è qualcosa che colpisce particolarmente Stefania, e sono i loro abiti. Sono sporchi, rattoppati e leggeri per la stagione autunnale. Un bambino, forse il più piccolo, è senza scarpe e i suoi piedi sono ricoperti di fango.

Qualcuno a voce bassa la chiama da sotto: “Stefania, Stefania ma che fai? Entra, non puoi stare li, lo sai!”. E' Jacopo dalle scuderie, dove sta strigliando i cavalli. Lei lo guarda con lo sguardo confuso, e rientra subito dalla finestra, richiudendola accuratamente.

Per fortuna quelle persone non mi hanno vista, pensa. Loro vestite di stracci e io ricoperta di caldi e morbidi tessuti costosi. La servitù a palazzo indossa sempre abiti puliti e comodi, non potevo immaginare che fuori dalle mura fosse tutto così diverso.

Non parla con nessuno di quello che ha visto, nemmeno con Jacopo, ma dentro di lei sente salire la rabbia perchè le hanno sempre tenuta nascosta la realtà, ma soprattutto tanta tristezza, per quello che ha visto.

Stefania ha un altro caro amico, ed è il giovane pappagallo Giovanni. Di certo sa ripetere qualche parola, ma è di sicuro il miglior confidente che possa mantenere un segreto.

“Perchè mamma e papà permettono che quelle persone stiano la fuori al freddo, nel fango? Noi viviamo in mezzo ad ogni ricchezza, e loro probabilmente non hanno nemmeno cibo per mangiare. Sono persone come noi, lavorano per noi, e vivono in casette piccolissime e mal tenute. Non riesco a dimenticare quello che ho visto, vorrei fare qualcosa ma io sono ancora giovane, e non ho ricchezze personali da condividere con loro”.

Stefania si lascia cadere sulla sua poltrona. “Mi chiamano principessa di diamanti, spero che quei contadini non lo sappiano, mi vergognerei troppo”. Giovanni ripete “diaaaamanti, diaaaamanti!”

“Ma certo!” I suoi occhioni grigio perla si illuminano, e si alza dalla poltrona carica di energia ed un bellissimo sorriso. “I diamanti sui miei abiti. Quelli sono un regalo, perciò sono miei”. Fa un balzo e batte le mani divertita. “Grazie, grazie Giovanni, hai ripetuto la parola giusta. Posso dare i miei diamanti!”

Stefania capisce che non le serve a nulla continuare a pensare alla tristezza e alla rabbia per quello che ha visto. Ha molto più senso cercare una soluzione, e quella di donare i suoi diamanti, le sembra perfetta! Ma come fare?

II CAPITOLO

E se la storiella del drago che cattura le giovani principessa fosse vera?
Quella notte Stefania non riesce proprio a dormire, continua a pensare al drago. Si alza dal letto, prende coraggio e spalanca la finestra della sua camera. Il cielo è pieno di stelle, e nel buio si sente il rumore del vento che sposta gli alberi.

“Drago, se mi senti sappi che io non ho paura di te. Se è vero che ci sei, fatti vedere!” Aspetta qualche minuto ma non succede nulla.

“Lo sapevo che non esisti. Posso tranquillamente uscire dal mio castello e andarmene in giro”.

Sulla roccia della montagna inizia a muoversi qualcosa, sente un forte batter d'ali. E' una draghessa rosa a righe blu, è quasi arrivata davanti alla sua finestra, ma va di qua e di la, non è molto brava a volare. Stefania si sposta, lei riesce a entrare, ma va a sbattere contro il letto della principessa che è resistente per fortuna. Si rialza e con la coda colpisce la poltrona che va a finire proprio sul dito di una delle sue zampe e la draghessa saltella dal dolore.

“Tutto apposto”, esclama. “Io sono Silian, dunque sei tu la principessa che non ha paura di me?”

Stefania la guarda divertita: “sapevo che non mi avresti catturata. A me non sembri cattiva, anzi direi simpatica”.

“Come fai a dirlo? Se voglio ci metto un attimo con i miei artigli, e ti porto nella mia tana”. Cerca di darsi un'aria pericolosa, ma i suoi occhioni viola sono troppo dolci, non farebbe del male a nessuno.

“Se catturavi le giovani fanciulle magari eri arrabbiata. Ma se ascolti il tuo cuore, non mi farai mai del male. Anch'io sono arrabbiata, ma preferisco risolvere il problema, piuttosto che continuare a pensarci, almeno ci provo”.

La draghessa scuote la testa e guardando le stelle, racconta la sua storia a Stefania. “Sai, io ero una semplice lucertola, ma l'unica cosa che desideravo era essere come un'altra giovane lucertola, bellissima e corteggiata. Un giorno, accecata dalla mia invidia, le ho macchiato il volto con della vernice blu che ho trovato su una roccia, rovinandoglielo per sempre. Lei si è messa ad urlare disperata, mentre io ridevo dalla gioia. Subito mi sono resa conto che nessun altro si divertiva come me, e mi guardavano con delusione. Avevo fatto una cosa terribile. Una forza misteriosa mi ha trasformata in una draghessa, e tutti hanno iniziato a prendermi in giro. Decisi di sparire, e mi rifugiai sulla montagna. Da allora di me si racconta che catturo le giovani principesse, perchè sono invidiosa della loro bellezza, ma non è vero. Non mi muovo quasi mai dalla mia tana, hai visto non sono nemmeno capace di volare! Ho fatto un grosso errore, e sono stata punita per sempre”.

“Io credo che tu possa trasformare la tua rabbia in qualcosa di buono, e rimediare al tuo errore. Aiutami a consegnare questi diamanti agli abitanti del villaggio”.

“Diamanti? E dove li hai trovati?!”

“Sui miei abiti”.

“E per quale motivo li vuoi regalare a dei contadini. Sono talmente belli e preziosi!”

“La loro bellezza cucita sui miei abiti non serve a niente, ma può trasformarsi in ricchezza , aiutando anche solo uno di loro a vivere meglio. Possono sistemare le loro case, indossare abiti caldi e puliti e mangiare del buon cibo. Potrei salire sulla tua groppa e in volo farli entrare dai comignoli delle loro case”.

“E non vuoi niente in cambio?”

“Oh...io in cambio avrei la gioia di ave fatto una cosa bellissima per gli altri”.

“Se ti fidi a volare con me, va bene. Aggrappati forte però, almeno se andiamo a sbattere da qualche parte, non cadi”.

Stefania si mette il suo cappotto e prende il sacchettino dove ha riposto i diamanti che ha scucito dai suoi vestiti. Sale in groppa a Silian, in un attimo raggiungono il villaggio e fa cadere nel comignolo di ogni casa due diamanti.

Quando fanno ritorno è quasi l'alba. La principessa ringrazia Silian per il suo prezioso aiuto e le fa un caloroso abbraccio, che lei ricambia stringendola con le sue ali.

“Grazie Silian”.

“Grazie a te Stefania, che non mi hai presa in giro per il mio aspetto e mi hai aiutata a riaprire il mio cuore, intrappolato dalla rabbia”.

La mattina dopo fuori dal castello si sentono grida di gioia e canti, e si facevano preparativi per un banchetto. Il re manda un suo servitore a vedere cosa sta succedendo, e al suo ritorno racconta che ogni famiglia ha trovato due diamanti nel focolare spento.

Nonna Flaminia fa controllare subito gli abiti della nipote, e quando scopre che da tutti i vestiti sono stati tolti alcuni diamanti, fa raggruppare tutti i domestici in un salone del castello. In presenza del re e della regina dice che se il colpevole non si fa avanti subito, avrebbe licenziato tutti.

Nonostante il timore di affrontare la nonna, Stefania spalanca la porta e confessa. “Sono stata io nonna, in groppa a quel drago che mi hai sempre fatto credere mi avrebbe rapita”.

“Non farmi ridere Stefania, i draghi non esistono, e tu sei troppo buona, come sempre. Lo dici solo per difendere qualcuno di loro”.

“Cara nonna la mia bontà è un pregio e non un difetto, come mi hai sempre fatto credere tu. I nostri contadini, che tu vedi come esseri inferiori a noi, sono innanzitutto delle persone, esattamente come noi. E' anche grazie al loro duro lavoro se noi abbiamo tutto questo, e vanno premiati. Hanno diritto anche loro ad avere un tetto sicuro sulla testa e di mangiare del buon cibo”.

Nessuno si era mai permesso di parlare così a Flaminia, nessuno aveva mai avuto tanto coraggio, nemmeno il re e la regina. Avevano sempre sopportato le sue imposizioni, anche quando non erano d'accordo.

“Guardie, portatela subito nella torre in punizione” ordina la nonna, “così avrà il tempo di riflettere su quello che ha fatto e su quello che ha appena detto”.

In un attimo una grande ombra nasconde il sole, e un forte batter d'ali fa spalancare la porta del balcone. E' proprio lei, Silian, è venuta per proteggere la sua nuova amica Stefania. Tutti rimangono come di pietra nel vederla, e nel salone scende il silenzio.

“Falla liberare subito! Dato che le hai sempre raccontato che catturo le giovani principesse, ho deciso che da oggi proteggerò questo castello, e catturerò chi è cattivo e chi non ha rispetto per gli altri. E tu Flaminia potresti essere la prima! Stefania è una bambina adorabile, ed ha un cuore grande, pieno di generosità. C'è solo da imparare da lei”.

In breve tempo i contadini sistemano le loro case e le strade del villaggio, che diventa più ordinato e pulito. Il re, grazie a sua figlia inizia a trattare meglio i contadini, e a pagarli di più per il loro lavoro. Adesso che hanno sempre cibo da mangiare, hanno più energia e volontà per lavorare la terra, e coltivano nuovi vigneti che fanno produrre ancora più vino.

I bambini del villaggio entrano nel castello dove una maestra gli insegna a leggere e a scrivere. Stefania finalmente può uscire, la draghessa non le fa più paura, anzi la protegge. Dall'alto della torre controlla che tutto proceda per il meglio, e il castello è al sicuro.

E' stata coraggiosa questa principessa, che ha mantenuto la promessa fatta a se stessa, di portare prosperità tra la povertà. Ha insegnato la generosità a tutti coloro la hanno circondata, e castel Corno non si dimenticherà mai di lei, la principessa che ha condiviso i suoi diamanti con il suo popolo, anziché tenerli tutti per se.

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